Chiesa di Santa Sofia

Il tesoro spirituale
dei Longobardi

La chiesa di Santa Sofia fu fondata dal Duca Arechi II subito dopo la sua elezione (758), con la funzione di tempio nazionale e cappella votiva della gente longobarda, la chiesa venne in modo inconsueto dedicata a Santa Sofia (Santa Sapienza) forse su suggerimento di Paolo Diacono, a somiglianza di quella giustinianea di Costantinopoli (Haghia Sophia).
L’edificio era già completo nel maggio del 760, quando furono traslate nell’abside maggiore le reliquie dei SS. dodici fratelli martiri recuperate in varie città italiane.

Il tempio accolse ancora nel 768 le reliquie di San Mercurio e poi quelle di trentuno santi martiri e confessori. Arechi II affiancò alla chiesa un cenobio femminile, affidato alla sorella, la badessa Gariperga. Del cenobio rimane testimonianza nel chiostro, oggi parte integrante del Museo del Sannio.

La costruzione della chiesa di Santa Sofia

La chiesa di Santa Sofia venne costruita intorno al 760 da Arechi II, duca di Benevento, come cappella personale e santuario nazionale per la redenzione della propria anima e la salvezza del popolo longobardo.

All’edificio religioso fu annesso un monastero, oggi sede del Museo del Sannio, con un chiostro ricostruito in età romanica, che reimpiega alcuni elementi originali longobardi.

La facciata

La facciata presenta linee barocche e rispetta la configurazione assegnata all’edificio negli anni successivi al terremoto del 1688, con un timpano raccordato ai campi laterali con linee di colmo a leggera curvatura.
La parte centrale della facciata presenta un pregevole portale, costituito da stipiti e architrave in marmo, sormontato da una lunetta arricchita di preziose sculture in altorilievo su fondo dorato.
Sugli intradossi degli archi che fiancheggiano il portale principale, si conserva una rara testimonianza della decorazione dipinta che, nella costruzione longobarda, doveva ricoprire il paramento esterno o le pareti di un nartece.

L’architettura

La chiesa di Santa Sofia è di dimensioni piuttosto modeste (si iscrive in un cerchio di 23,50 metri di diametro) e ha una composizione architettonica di grande interesse.
Il singolare impianto stellare, convergente dalla zona d’ingresso verso le tre absidi opposte, è da considerarsi un raro esempio di architettura longobarda.
Lo schema a pianta centrale, probabilmente di influenza bizantina, ha un perimetro ad andamento irregolare, con l’inserzione di uno schema stellare e di tre conche absidali di limitata profondità.
La complessità dello spazio interno è esaltata da due ambulacri concentrici. Il più interno, ritmato da un giro di colonne, definisce un esagono sul quale si imposta la cupola, ora più alta di quella originaria, ricostruita a seguito del terremoto del 1688. L’ambulacro esterno, di forma decagonale, è scandito da pilastri quadrangolari.

Le colonne

Le colonne dell’esagono reimpiegano capitelli d’età classica e, come basi, capitelli antichi rovesciati e modificati anche con l’aggiunta di motivi decorativi.
Gli otto pilastri a sezione quadrata – realizzati con filari di blocchi in pietra calcarea alternati a filari di mattoni pieni – e le due colonne di spoglio con capitelli antichi che formano il decagono, sono sormontati da pulvini altomedievali, otto dei quali con decorazione a fuseruole allungate e coppie di perline.
I numerosi materiali antichi di spoglio presenti in Santa Sofia sono riutilizzati in funzione strutturale e non soltanto decorativa, a testimonianza del rispetto e della concreta considerazione in cui si tenevano tali cimeli del passato.

Gli affreschi delle absidi

L’interno doveva essere completamente affrescato, come dimostrano i frammenti tuttora visibili. Gli affreschi delle absidi rappresentano uno dei documenti più importanti, ma anche più controversi della pittura longobarda in Italia meridionale.
Il ciclo originario, datato dalla critica unanimemente all’VIII secolo, in fase con la realizzazione delle opere murarie, doveva essere incentrato su episodi della vita di Cristo e, più precisamente, sull’Incarnazione e sull’Infanzia. La zona a est, con le tre absidiole, conserva alcune scene che testimoniano l’alta qualità delle maestranze.

Gli affreschi dell’annuncio a Zaccaria

Nell’absidiola nord è raffigurato l’Annuncio a Zaccaria, padre di San Giovanni Battista.
La scena è divisa in due momenti: a sinistra l’Arcangelo Gabriele, con il braccio teso in avanti e la mano nel gesto della parola, annuncia la futura paternità a Zaccaria. Nella scena a destra, Zaccaria, reso muto dall’angelo per la sua incredulità, mostra la bocca ai fedeli. Nell’absidiola verso sud sono rappresentati gli episodi dell’Annunciazione e della Visitazione. Anche queste storie si susseguono con l’ordine cronologico seguito nel Vangelo, sicché il ciclo risulta essere una precisa illustrazione del primo capitolo di Luca. Nella Visitazione “Elisabetta è colta nell’atto di palpare il ventre gravido della Madonna ma essendosi prostrata quasi in ginocchio davanti a lei, nello stesso momento in cui Maria, accennando a baciarla, l’accarezza in volto e, tenendola per il capo, la mano sotto la gota, la sforza a rialzarsi” (Bologna).

Visita

Info e contatti

Chiesa di Santa Sofia
Piazza Santa Sofia, 82100 Benevento BN
Tel. 0824 21206
Mail. info@santasofiabenevento.it 
Sito web 

VUOTO
Biglietti

Ingresso gratuito (Durante le funzioni sacre non sono ammesse visite turistiche)

Orari

Lunedì 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Martedì 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Mercoledì 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Giovedì 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Venerdì 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Sabato 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00
Domenica 8.00 – 12.00 / 16.30 – 20.00