SANTA MARIA FORIS PORTAS

La chiesa di Santa Maria foris portas, situata, come dice la sua stessa denominazione antica, all’esterno del castrum, ha una pianta trilobata, con un’abside centrale che ospita uno dei più importanti cicli pittorici altomedievali, e due absidi laterali. Queste ultime, demolite in passato, sono state ricostruite dopo che la riscoperta degli affreschi, avvenuta nel 1944.
Le indagini archeologiche hanno dimostrato che la chiesa, sorta forse come oratorio nobiliare, non aveva edifici nelle vicinanze, se si eccettua la piccola struttura quadrangolare, forse una sagrestia, di cui restano tracce tra l’abside centrale e quella meridionale.
Numerose, invece, le tombe, anche di un certo impegno (da una proviene la grande lastra con croce conservata sotto il portico dell’Antiquarium), ritrovate sia all’interno sia all’esterno dell’edificio.
Nell’abside centrale si conserva un ciclo di affreschi con episodi dell’infanzia di Gesù ispirati sia ai vangeli canonici sia a quelli apocrifi, in particolare al Protovangelo di Giacomo e al Vangelo dello Pseudo-Matteo. La parte bassa della parete era ornata da un tendaggio dipinto (velarium) e volatili, mentre il ciclo narrativo, disposto su due registri, inizia in alto a sinistra con L’annuncio dell’angelo a Maria e con la Visita di Maria a Elisabetta. Dopo un’ampia lacuna, nella quale si trovava probabilmente un clipeo (immagine circolare), la narrazione continua con l’apocrifo episodio della prova delle acque amare, che Maria è costretta a bere per provare la sua verginità. Al centro dell’abside, un clipeo con Cristo pantokrator (“Signore di ogni cosa”). La narrazione prosegue con l’apparizione a Giuseppe di un angelo che lo rassicura sulla maternità divina di Maria. Dopo un altro clipeo (di cui si conservano le tracce), è raffigurato il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme e, all’estremità destra del registro inferiore, la nascita di Gesù e l’annunzio ai pastori. L’episodio successivo, cioè l’adorazione dei magi, è nella parete adiacente, mentre l’ultimo degli episodi conservati, la presentazione di Gesù al Tempio, è di nuovo sulla parete curva, dopo la finestra. Sulla parete interna dell’arco che separa l’abside dalla navata è raffigurata, al centro, la Etoimasia (in greco “preparazione”), che consiste in un trono pronto per accogliere Cristo al suo ritorno. Verso il trono, su cui poggiano una corona e la croce, volano due angeli.
La datazione della chiesa e degli affreschi è molto controversa. Si tende oggi a datare l’edificio nel VII/VIII secolo, e gli affreschi tra il VII/VIII secolo e gli inizi del X.

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