L’ORTO

Moltissime fonti documentarie, come patti colonici e capitolari, fanno riferimento agli orti; pertanto, se ne deduce l’importanza dal punto di vista economico e della sussistenza delle persone.
Lo stesso editto di Rotari, infatti, sanciva che: “se qualcuno sarà entrato a rubare nell’orto di un altro, paghi sei soldi”.
L’orto (hortus o terra hortiva), era sempre accanto all’abitazione, cosicché se ne potesse fruire immediatamente, ed era adibito in primo luogo alla produzione di ortaggi, fra cui primeggiava la rapa. Inoltre, vi si coltivavano anche le erbe officinali da cui si ricavano decotti e infusi, che in età longobarda costituivano i principali farmaci naturali allora disponibili.
In alcuni casi, l’orto poteva anche comprendere alberi da frutto e perciò veniva definito hortus pomarius o viridarium.
A differenza dei campi, la cui produttività era di frequente bassa e discontinua nel tempo, gli orti erano assai fertili per via delle grandi attenzioni che i coltivatori vi dedicavano concimandoli e facendo ruotare le colture. Tutte queste cure intensive facevano sì che il terreno desse frutti e ortaggi in continuazione, in ogni periodo dell’anno, con grande beneficio per la sussistenza della comunità e delle singole famiglie.

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