L’ABBIGLIAMENTO MASCHILE

Il modo di vestire dei Longobardi è il risultato di molteplici influenze derivate dalle popolazioni romano-germaniche e da quelle nomadi incontrate durante la lunga fase di trasferimento, ma anche dalla tradizione romana.
Il tipo di abito variava in base al gruppo sociale di appartenenza. Paolo Diacono ci fornisce una descrizione del costume longobardo al tempo della regina Teodolinda: “Si scoprivano la fronte radendosi tutt’intorno fino alla nuca e i capelli cadendo ai lati fino alla bocca erano divisi in due bande da una scriminatura. I loro vestiti erano piuttosto ampi, fatti per la più parte di lino, come sono soliti portarli gli Anglosassoni, e ornati di balze più larghe e in tessuti di vari colori. Portavano calzari, inoltre, aperti fino alla punta del pollice e fermati da lacci di cuoio intrecciati. In seguito cominciarono a portare braghe, sulle quali, andando a cavallo, mettevano gambali rossastri di lana: consuetudine questa che avevano appreso dai romani” (Historia Langobardorum, IV, 22).
Le evidenze archeologiche e le fonti iconografiche arricchiscono il quadro fornito dalla let- teratura, presentando nobili longobardi abbigliati con una casacca ornata allo scollo, sulle spalle e sui polsi da broccato di fili d’oro, e stretta in vita da una cintura che sostiene, attraverso un complesso sistema di sospensione, armi e altri oggetti come borse di cuoio, coltellini, pettini in osso.
L’equipaggiamento tipico del guerriero di alto rango nel primo periodo di insediamento in Italia prevedeva armature complete di speroni, sella e staffe, scudo, lancia, spada (spatha) a due tagli e pugnale (sax); l’armamento in dotazione ai soldati di fanteria era invece composto da scudo, spada o sax, arco e frecce. La cintura era un elemento molto importante poiché rifletteva, attraverso le sue decorazioni, la condizione sociale di chi la indossava; era generalmente in cuoio adornata con guarnizioni, linguette, bottoni e altre appliques in metallo ageminato, oppure in oro.

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