IL GUERRIERO LONGOBARDO

La presenza dei Longobardi in tutte le aree dell’Italia settentrionale, come a Brescia, è attestata fin dal 568 d.C.

A raccontarci di questo popolo sono soprattutto i ritrovamenti archeologici dei corredi tombali, che rivelano un’influenza molto forte della cultura germanica, tanto che è possibile instaurare dei confronti diretti con le sepolture longobarde rinvenute in Pannonia, l’attuale Ungheria, sede del primo stanziamento della popolazione germanica prima di giungere in Italia.

I ritrovamenti tombali ci hanno permesso di capire che il guerriero, l’individuo socialmente più importante tra i Longobardi, imbracciava uno scudo, brandiva una spada, aveva con sé uno scramasax, ossia un’arma corta a un solo taglio, e delle punte di lancia, tutti oggetti rinvenuti nei corredi sepolcrali.

In particolare, le spade compaiono nelle sepolture dei guerrieri fin dall’inizio del VI secolo: si tratta di armi lunghe, in grado di tagliare da entrambi i lati, dato che venivano utilizzate proprio per colpire il nemico di taglio e non di punta.
In alcuni casi, la spada poteva avere la damaschinatura centrale, che la rendeva un’arma resistente ed elastica. Inoltre, dai suoi finimenti era possibile risalire al grado di nobiltà del possessore, che era comunque considerato uno dei protettori e difensori della comunità. Allo stesso modo anche lo scudo, più o meno rifinito, indicava la posizione sociale del guerriero che lo portava.

Con il passare del tempo, ritrovamenti tombali di epoche successive mostrano alcuni cambiamenti nel corredo, segno di una lenta ma progressiva integrazione culturale tra i Longobardi e la popolazione di origine romana, oltre ad influenze bizantine e a influenze dovute alla conversione al cristianesimo.

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