BRESCIA LONGOBARDA

I Longobardi si insediarono a Brescia presumibilmente nel 569 d.C., e la affidarono al governo del duca Alachis. La città che videro i Longobardi era ormai ben diversa dalla città di età romana; già con l’abbandono del paganesimo e poi con la caduta dell’impero romano era iniziato un lento collasso dell’organizzazione urbana, con lo spostamento dell’asse principale in corrispondenza dell’attuale piazza del Duomo e al di fuori delle mura antiche.
L’area orientale della città era stata abbandonata e gli edifici pubblici monumentali (Capitolium, foro, teatro e basilica), muti testimoni del ruolo di primo piano della città romana, erano stati parzialmente spogliati e ricoperti dal terreno del colle Cidneo che sovrasta la città. Tale area era stata occupata dai Goti di Teoderico, insediatisi in Brescia tra la fine del V e l’inizio del VI secolo d.C. Lungo il decumano massimo invece, all’interno di un ampliamento della cinta muraria verso ovest, i Goti edificarono il Palatium.
L’importanza di Brescia in età longobarda si rispecchia nella sua classe dirigente, che ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende del regno.
Rotari, Duca della città, divenne Re dei Longobardi nel 636 d.C. e dieci anni dopo promulgò l’editto che porta il suo nome e che contiene le prime leggi scritte dei Longobardi.
Con l’ascesa di Re Desiderio e della moglie Ansa, poi, Brescia raggiunse il massimo prestigio. Ad ovest, in corrispondenza del Palatium tardoantico sede dell’autorità gota, edificarono la curia ducis (la “corte del duca”); mentre verso est erano gli spazi di pertinenza del re.
All’interno della cinta muraria di età augustea (I secolo a.C.- I secolo d.C.), ancora in uso, nelle ampie zone abbandonate della città romana, i Longobardi edificarono le loro semplici abitazioni e avviarono la coltivazione unitamente a una modesta attività di pascolo.
Prima dell’edificazione del Monastero di San Salvatore, nell’area è attestata la presenza di un insediamento modesto, con tracce di attività artigianali: le abitazioni erano costituite da capanne con pavimenti in battuto e pareti costituite da pali di legno infissi direttamente sui resti di un esteso e ricco quartiere di età romana; gli spaziosi vani delle antiche dimore, affioranti dai livelli di macerie, vennero suddivisi in porzioni di piccole dimensioni tramite paratie di frasche o di pelli.
Nel 753 Desiderio, Duca di Brescia, su beni fiscali donatigli da re Astolfo, avviò con la moglie Ansa la costruzione del monastero femminile benedettino di San Salvatore, affidandolo alla figlia Anselperga, che ne divenne la prima badessa.
Tre anni dopo, Desiderio divenne Re del popolo longobardo; intraprese l’ambizioso progetto di avviare una dinastia regia e donò importanti beni al monastero, che nel frattempo (761 d.C.) si era arricchito, tra le altre, anche delle reliquie di Santa Giulia. Intorno all’edificio monastico vennero realizzate strutture per l’accoglienza dei pellegrini e l’alloggio dei poveri. Il monastero si inserì nel sistema del monachesimo diffuso su tutto il territorio longobardo e rivestì un ruolo fondamentale nella società dell’epoca, dal punto di vista religioso, politico ed economico. Inoltre la fondazione regia conferì al cenobio una notevole autonomia dall’autorità religiosa della diocesi, indipendenza economica e ampio potere territoriale, e lo arricchì di una serie di donazioni e privilegi.

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